Acqua è vita: protagonista la Primaria

Acqua è vita: protagonista la Primaria

Abbiamo accolto la proposta della SII e scelto di aderire a questo progetto, per la prima volta, nell’anno scolastico 2018/2019, vedendo in esso lo spunto per una riflessione più attenta sul tema dell’acqua e per un primo approccio, da parte dei nostri giovanissimi studenti, ai temi dello sviluppo sostenibile e della tutela della risorsa idrica come bene comune.

A partire dalla visione di immagini satellitari del nostro pianeta e dall’osservazione del mappamondo, si è avviata in classe una riflessione che li ha condotti alla scoperta della netta preponderanza dell’acqua, rispetto alle terre emerse (Il pianeta blu). I bambini hanno scoperto, inoltre, che anche gli esseri umani sono fatti soprattutto di acqua e come essa sia di vitale importanza per l’organismo. Il passaggio successivo del percorso didattico ha riguardato l’indagine sulle forme in cui l’acqua è presente sul pianeta. L’approccio empirico della ricerca ha permesso loro di comprendere un concetto, altrimenti controintuitivo, quello dell’acqua come bene scarso, il cosiddetto “oro blu”, poichè a dispetto della enorme quantità di acqua presente sulla Terra, quella utilizzabile dagli esseri umani ne rappresenta una piccolissima porzione in termini percentuali.

Da qui è partita una riflessione più propriamente etica, volta a promuovere i comportamenti responsabili che possono contribuire ad evitare sprechi di un bene così prezioso e scarso.

Sfruttando le potenzialità della philosophy for children e utilizzando Talete come personaggio guida di questo “viaggio” didattico alla scoperta dell’importanza dell’acqua, siamo giunti al prodotto finale per la partecipazione al concorso, consistente in una riproduzione a grandi dimensioni del filosofo. Talete, oltre a interrogarsi sull’ acqua come principio primo di tutte le cose, tiene in mano una bottiglia, corredata da etichette con frasi pubblicitarie, all’interno della quale sono contenuti i pensieri dei bambini sulle modalità più adeguate di risparmio dell’acqua.

Vincitori del secondo premio ci siamo nuovamente messi in gioco l’anno scolastico successivo, 2019/2020.

Il percorso didattico pensato questa volta ha riguardato una particolare declinazione della tematica “acqua”, inquadrata sullo sfondo integratore di una più vasta questione: quella del cambiamento climatico e delle migrazioni ad esso collegate.

Da sempre, come docenti, ci sta a cuore il nesso tra discipline e formazione dell’uomo e del cittadino, crediamo infatti che lo studio e le acquisizioni didattiche trovino la loro ragion d’essere e, al tempo stesso, la loro finalità, nell’integrazione con le competenze etiche necessarie a leggere il reale con spirito critico e, semmai, a modificarlo con il proprio personale contributo di gesti consapevoli, anche se apparentemente poco significativi.

Siamo partiti dalla visione e analisi del film “Il ragazzo che catturò il vento” del regista Chiwetel Eijofor. Vi si narra la storia vera di William Kamkwamba che, ancora poco più che un bambino, salvò il suo villaggio nel Malawi da una devastante siccità, grazie alla realizzazione di una rudimentale pala eolica, capace di sfruttare l’energia del vento per azionare la pompa del pozzo, consentendo così l’irrigazione dei magri campi coltivati a cereali.

Il film ha offerto tanti spunti di riflessione sulla necessità dell’acqua e sul suo essere una risorsa scarsa, da preservare evitando sprechi. Abbiamo scoperto quanto al nostro gesto automatico e naturale dell’ aprire il rubinetto vedendone sgorgare acqua in abbondanza, corrisponda, altrove, la immane fatica di donne e bambine africane che reggono sulla loro testa il peso dell’acqua (da qui il titolo del nostro lavoro) e la sopravvivenza stessa del loro paese.

Dove l’acqua è fatica quotidiana, inquietudine, chilometri di strada che feriscono i piedi, dove l’acqua è piuttosto privazione che abbondanza, è lì che la si sa preziosa, è lì che diventa un diritto da rivendicare, un grido disperato contro lo spreco sfacciato che ne fa chi è nato dalla parte di mondo fortunata.

Gli eventi Covid, non ci hanno permesso di realizzare il prodotto finale che avevamo immaginato per il concorso, o quanto meno, solo in parte. Quello che si vede nella presentazione è un pò come un work in progress in cui abbiamo cercato di simboleggiare, nel disegno delle donne che portano sulla testa un’anfora a forma di Africa, l’idea della fatica e della responsabilità di chi sa sulla propria pelle che l’acqua è un bene da tutelare e, come fonte e condizione di vita, un diritto di tutti gli esseri umani.

Gli Haiku che accompagnano i disegni catturano invece le suggestioni spontanee dei bambini, legate al tema dell’acqua come fonte di ispirazione di scrittura poetica ed emozionale.

Con questo secondo prodotto abbiamo ricevuto il primo premio con la seguente valutazione della giuria: “Il forte valore etico e il respiro internazionale dato al progetto lo rendono un esempio di studio di cultura dell’uso e del fabbisogno idrico dei diversi popoli, in particolare di quelli localizzati nelle aree più soggette al rischio di siccità. La tematica indagata ed il media espressivo lo rendono uno spunto di riflessione degno di nota”.

I bambini della classe 4^A e le insegnanti: Rosaria Gagno, Francesca Costanzi, Anna Cittadini.

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